Il Vangelo della 25a Domenica del Tempo Ordinario (23 settembre 2018)

A tutti sarà capitato, a me più di una volta, di fare l’esperienza di arrivare in un determinato luogo e trovare delle persone che stavano parlando su  qual­cosa o di qualcuno e all’improvviso si ammutoliscono perché, magari, presi dall’imbarazzo per l’eventuale richiesta di sapere qual’era l’argo­men­to della discussione.

Una cosa di questo tipo è capitata anche a Gesù e ci viene raccontata dal vangelo di questa domenica.

Gesù continua a parlare ai discepoli di sofferenza e loro sem­bra­no sintonizzati su un altro canale, com­pleta­mente diverso e – dice il testo : “avevano timore di inter­ro­gar­lo”.

Nel frattempo, però, lungo la stra­da si erano intrattenuti a parlare tra di loro su “chi fosse più grande”.

Nel momento in cui arriva la domanda diretta di Gesù «Di che cosa stavate discutendo per la strada?» ovviamente ha prevalso su tutto l’imbarazzo e – annota l’evangelista – “Ed essi tacevano”.

Si comprende subito che questo loro improvviso silenzio, non è un silenzio che rinvia ad una esperienza di meditazione sull’inse­gna­men­to che aveva loro proposto Gesù.

Il loro silenzio era piuttosto con­no­ta­to da un forte imbarazzo. Immaginiamo per un attimo la scena.

Gesù continua a parlare della sua imminente passione e morte; i discepoli sem­brano estraniarsi dal discorso di Gesù perché non ne capivano il senso e preferiscono affrontare altri argo­menti, legati a prestigio ed eventuali pri­vi­legi.

Da parte di Gesù ci saremmo aspettati un severo rimprovero; Lui, che legge in pro­fon­di­tà cosa c’è nel cuore di ognuno, era nella condizione di conoscere l’argomento che era stato oggetto di vivace discussione.

Gesù, invece, preferisce sedersi, chiamare a sé i dodici e dicendo «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti» finisce praticamente con il capovolgere la logica di questo mondo che è sempre basata sul potere e sui privilegi che dall’esercizio del potere possono derivare.

Gli apostoli per strada hanno discusso di tutto ciò che consente di essere più grandi degli altri intraprendendo in questo modo la misera gara tipica di chi crede di avere motivi per essere superiore agli altri. Hanno adottato quella logica che spesso ritma la vita di quanti vivono in perenne competizione con tutti.

La pagina evangelica di questa domenica ci fa’ capire quale è la logica di Gesù, una logica che non premia le smanie dovute alle aspi­ra­zio­ni ambi­ziose ma che favorisce e incoraggia il servizio verso i piccoli, gli esclusi e tutti coloro che agli occhi del mondo non contano nulla e che, invece, sono preziosi agli di Dio.

p. Enzo Smriglio