Nella Casa Carlo Acutis, a Patti, la mostra “Non come ma quello. Artisti e famiglie nella sorpresa della gratuita’”

Fino a sabato 16 dicembre, dalle 15 alle 18, su prenotazione (telefonando al 3290358213)

 (, nella casa “Carlo Acutis” del centro di solidarietà “Massimiliano Kolbe”, sarà possibile visitare la mostra “Non come ma quello. Artisti e famiglie nella sorpresa della gratuità”.

La mostra è stata presentata nel corso di un incontro, moderato dal presidente del centro di solidarietà “Massimiliano Kolbe”, Antonio Calabria, al quale hanno offerto il proprio contributo Marcello Pisani, referente regionale di “Famiglie per l’accoglienza” e Cinzia Galasso, assistente sociale, che ha raccontato la sua esperienza di figlia affidataria. La mostra racconta l’origine e l’esperienza dell’Associazione Famiglie per l’Accoglienza, una rete di più di tremila famiglie (in Italia e in diversi Paesi del mondo) che dal 1982, quando la storia ha inizio, si accompagnano nelle varie forme di accoglienza – adozione, affido, cura degli anziani e dei disabili, ospitalità di adulti e di migranti – e la propongono come un bene per la persona e per la società intera.

La prima sezione documenta il metodo che alimenta la vita dell’associazione, il moto di gratuità totale che la caratterizza e l’amicizia che la sostiene nell’aprire le porte della propria casa a bambini, giovani e adulti bisognosi, con passati spesso drammatici e dolorosi.

La seconda sezione della mostra presenta il frutto di un incontro, quello tra alcune famiglie dell’associazione e quattordici artisti, invitati a frequentare le loro case, per poi esprimere lo stupore vissuto, la scoperta maturata, il “quello” attraverso il proprio “come”, ciascuno con la propria originalità, secondo la propria sensibilità e nella forma espressiva specifica.

“Al centro del percorso – evidenziano gli organizzatori –  permane la sfida che ha guidato il lavoro comune fin dall’origine: l’accoglienza come avvenimento che riaccade e che può essere incontrato, per un impatto che permane, come possono testimoniare le famiglie accoglienti, i figli accolti, gli stessi artisti: il fatto originario è quello, ma sempre nuovo, nella modalità in cui in ogni presente si ripropone”