Il Vangelo della 20a Domenica del Tempo Ordinario (18 agosto 2019)

Gesù

“Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione”. Queste severe parole sono di Gesù e le troveremo nel brano evangelico di domenica prossima. Ascoltandole ci verrebbe di rivolgerci così a Gesù: ma come, tu parli sempre di pace e adesso ci vieni a dire che non sei venuto a portare la pace sulla terra, ma la divisione. Per la verità queste parole ci sembrano molto strane sulle labbra di Gesù. Eppure le troviamo nel Vangelo.

Proviamo a capire cosa ci vuole comunicare Gesù con questo linguaggio così severo.

La divisione di cui parla il Signore è la coraggiosa capacità di saperci decidere per Lui, per il Vangelo, per il Regno.

Ogni vera decisone non è altro che un’esperienza di salutare “divisione”. Decidere, infatti, significa tagliare. E nella vita cristiana ci sono delle “divisioni” che non si possono rinviare in maniera indefinita, ma che piuttosto bisogna avere il coraggio di realizzare con ferma determinazione come espressione di maturità nella fede e di personale fedeltà al Signore.

Ovviamente ogni decisione seria è sempre impegnativa, presuppone la capacità di saper rinunziare, ma al tempo stesso è foriera di un’indicibile pace interiore che rende davvero piena e realizzata la vita. Corriamo tante volte il rischio – senza nemmeno accorgercene – di condurre una vita cristiana ‘accomodata’ e ‘accomodante’.

Questo stile di vita accomodato e tendenzialmente accomodante spesso non favorisce la capacità di assumere decisioni coraggiose, definitive e soprattutto coerenti con l’esperienza di fede. E se si conduce una vita accomodata e accomodante si cercherà sempre e solo ciò che non scomoda, ciò che avvantaggia e non certamente ciò che presuppone e richiede impegno, sacrificio, costanza e perseveranza.

A questo stile di vita accomodata e accomodante corrisponde il cosiddetto linguaggio “politicamente corretto” universalmente adottato ai nostri giorni, quel modo di parlare così mellifluo e spesso talmente ipocrita che arriva ad affermare tutto e il contrario di tutto senza mai dire ciò che invece potrebbe disturbare o suscitare coraggiose forme di riflessioni capaci a loro volta di far prendere altrettante coraggiose decisioni a favore di chi è senza voce, non sa difendersi e rischia di essere sfruttato dalla prepotenza dei potenti di turno.

Cerchiamo di fare di tutto per non dimenticare mai che la fede cristiana non è nè un tranquillante e tanto meno un sonnifero.

Per questo chi segue Gesù è reso capace di saper intercettare tutte le situazioni di sofferenza e di ingiustizia e sa trovare insieme agli altri soluzioni ispirate al fuoco del Vangelo che purifica tutto e sempre corrobora perché porta in sé il seme di un mondo nuovo dove finalmente – come ci fa pregare il salmista – “giustizia e pace si baceranno e la verità germoglierà sulla terra”.

p. Enzo Smriglio