Il Vangelo della 2a Domenica di Quaresima (17 marzo 2019)

Le prime due tappe domenicali dell’itinerario quaresimale ogni anno sono sempre scandite da due ben precise pagine evangeliche: nella prima domenica, come abbiamo visto la settimana scorsa, il brano delle tentazioni nel deserto, questa settimana, invece, il brano della trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor.

Di questa meravigliosa pagina evangelica, che que­st’anno ascolteremo nella versione del terzo Evangelista, mi piace sottolineare semplicemente un particolare che è davvero di una straordinaria bellezza. San Luca contestualizza la scena della Trasfigurazione del Signore nell’ambito di un momento di preghiera. Dice espressamente: “Mentre Gesù pregava il suo volto cambiò di aspetto”.

Comprendiamo bene che è possibile ricavare con facilità un preziosissimo insegnamento: ogni autentica esperienza di preghiera è sempre una premessa di vera e propria trasfigurazione.

Potremmo anche dire: se riusciamo a pregare davvero la nostra vita viene sicuramente trasfigurata.

In pratica la preghiera non fa altro che rendere, in un certo qual modo, la persona che prega partecipe della stessa bellezza di Dio.

E come il volto di Gesù “mentre pregava” “cam­­biò d’aspetto” anche il volto di chi prega può essere realmente trasfigurato. La persona che prega si “configura” ai sentimenti di Cristo al quale nella preghiera si rivolge e con il quale si intrattiene in intimità e confidenza.

La persona, invece, che finisce col trascurare il suo rapporto col Signore e non si regala più nessun momento d’intimità con Dio, senza neppure accorgersene, viene praticamente segnato da questa sua trascuratezza rimane inesorabilmente “sfigurato”, perde lentamente il desiderio di una assidua relazione col Signore, il solo capace di dare senso e significato ad ogni umana esistenza, in tutti i suoi possibili aspetti.

In una sua omelia a Casa Santa Marta Papa Francesco, con la sua solita efficacia comunicativa, così si è espresso:  “C’è un detto tra di noi che dice così: ‘Dimmi co­me preghi e ti dirò come vivi, dimmi come vivi e ti di­rò come preghi’; perché, mostrandomi come preghi, imparerò a scoprire il Dio vivente, e mostrandomi come vivi, imparerò a credere nel Dio che preghi, per­ché la nostra vita parla della preghiera e la preghie­ra parla della nostra vita”.

È proprio vero! E ciò vale per tutti i battezzati.

Sono oltremodo sicuro che potrà farci senz’altro bene in questi giorni fermarci a riflettere sul fatto che se preghiamo con perseveranza la nostra vita sarà davvero “trasfigurata”, e diverrà veramente “buona, bella e beata”.

Non lasciamoci, quindi, ‘sfigurare’ dalla mediocrità che è l’insidia più pericolosa contro la quale ogni giorno siamo chiamati a combattere con determinazione.

In questo tempo privilegiato della grazia, facciamo di tutto per lasciarci ‘configurare’ dalla Divina Misericordia il più possibile al Santo Vangelo.

In questo modo la nostra vita sarà finalmente “tra­sfigurata” – “cambierà d’aspetto” – ma soprat­­tutto sarà capace di autentiche e concrete trasfigu­razioni.

p. Enzo Smriglio