L’omelia del Vescovo Guglielmo al Pontificale del Corpus Domini

Fratelli e sorelle,

 

Celebriamo l’eucaristia, memoriale del Signore Risorto, in questo giorno dedicato al dono fattoci da Cristo: «poter mangiare il suo Corpo e bere il suo sangue; quel corpo dato per noi; quel sangue versato per noi». E’ la fede che ci dice questo perché lo apprendiamo dalle parole stesse di Cristo: «Prendete e mangiatene tutti: questo è il mio Corpo e prendete e bevetene tutti: questo è il mio sangue».

Questo gesto di amore del Signore vuole affermare, senza stancarsi, i desiderio di vivere  con noi la comunione. L’Eucaristia è, dunque, principio di comunione. In Cristo pur essendo molti, formiamo un corpo solo.

La Parola proclamata ci aiuta a comprendere il senso profondo della presenza di Gesù nell’eucaristia.

  1. l’eucaristia memoria del sacrificio di Cristo: «Fate questo in memoria di me». Queste parole  pronunciate da Cristo nell’ultima cena e riportate dall’apostolo Paolo significano che l’evento del dono del corpo e sangue di Cristo  non si è concluso duemila anni fa, ma si rinnova  fino a quando durerà la missione di Cristo sulla terra affidata ad uomini da lui scelti per partecipare intimamente del suo sacerdozio. Grazie al dono dello Spirito si rinnova per mezzo della preghiera sacerdotale questo perenne miracolo di amore e di stupore della fede che è l’eucaristia. Nelle povere mani del sacerdote, al momento della consacrazione, dobbiamo scorgere la sorgente dell’amore che per noi è cibo e alimento di vita.
  2.  l’eucaristia nutrimento nel cammino verso la Pasqua eterna: l’episodio della prima lettura narra l’incontro di Abramo con Melchisedek. Abramo riceve i pani dal sommo sacerdote mentre è in cammino verso la terra promessa. Egli è il pellegrino che si lascia guidare dalla fede e nel suo cammino avverte sempre la presenza di Dio che lo sostiene, incoraggia e gli indica la strada. La vita di tutti noi è un cammino, ma verso dove?; quale meta motiva e orienta la nostra esistenza? Senza il riferimento ai valori interiori si procede disorientati e incerti. Per questo Gesù nell’eucaristia ci ha donato il segno reale della sua presenza che comunica certezza: «Non temete, io ho vinto il mondo; Io sono con voi fino alla fine del mondo». Anche noi fra poco con la processione vogliamo esprimere il senso del nostro cammino umano e cristiano insieme a Cristo. Egli attraversando le strade della nostra Città vuole essere come la luce del faro che indica il chiarore del cammino, vuole entrare nel nostro quotidiano per purificarlo, animarlo saggiamente e serenamente e ci conduce a vivere ogni nostra azione con chiarezza e verità. L’incontro con Lui aiuta a recuperare speranze perdute e dona nuove energie che rendono bella e vivibile la vita delle nostre famiglie, delle nostre comunità ecclesiali, della nostra Città.
  3.  l’eucaristia vincolo di unità e di comunione: Gesù definendosi il pane di vita esprime il suo desiderio di stabilire con noi un rapporto di intima comunione: «Chi mangia di me, vivrà per me…Chi mangia di questo pane vivrà in eterno». Con cristo possiamo realizzare comunione e superare le difficoltà.

“Il Cristo presente in mezzo a noi, nel segno del pane e del vino, esige che la forza dell’amore superi ogni lacerazione e al tempo stesso che diventi comunione con il povero, sostegno per il debole, attenzione fraterna a quanti fanno fatica a sostenere il peso della vita quotidiana. E sono in pericolo di fede”. ( Papa Francesco, Omelia Corpus Domini, 2015).

Nel brano del vangelo proclamato Gesù incontra la folla che ha fame e compie un gesto significativo, moltiplica quel poco pane che hanno i discepoli, lo spezza e lo condivide. Un gesto prefigurativo che anticipa il vero pane di cui ogni uomo e donna hanno bisogno e che estingue ogni necessità del cuore.

Oggi c’ è tanta fame, come le folle che seguivano Gesù, e non solo fame del nutrimento per la vita, ma vi è fame di amore, di solidarietà, di rispetto della dignità della persona, fame di diritti in molti modi negati, fame di bene per vivere con entusiasmo e positività la vita. In un mondo dove la  falsità diventa criterio di valutazione, dove nei social network si diffonde con vertiginosa velocità tutto il veleno possibile per demolire, con notizie insidiose e con cattiveria volgare, la vita delle persone. Abbiamo veramente fame di bene, di ascolto reciproco e di rispetto, di ricchezza di umanità. Si costruisce comunione stimandoci a vicenda e valorizzando le diversità a favore di tutti per il bene comune. Con l’armonia della diversità si può costruire comunione.

Continuiamo il nostro cammino lungo i sentieri della storia con la certezza che il Signore Risorto è presente in mezzo a noi anche se non sempre avvertiamo la sua presenza e non lo riconosciamo come i discepoli di Emmaus, eppure  Egli è realmente presente, pian piano fa ardere il nostro cuore e perciò gli diciamo: «resta con noi Signore perché si fa sera» e chiediamogli anche la grazia di restare noi sempre con Lui.  Amen!