Note generali (2)

Tomba di AdelasiaL’avvento in Sicilia dei Normanni segna l’inizio di una nuova pagina della storia della Diocesi. È il 1094, quando, dopo aver liberato la Sicilia dalla dominazione musulmana, il Gran Conte Ruggero d’Altavilla, che aveva il privilegio dell’Apostolica Legazia, fonda sul colle di Patti l’abbazia benedettina del SS. Salvatore, nomina abate il monaco Ambrogio, e ne stabilisce l’unione alla Chiesa di Lipari.
Nel primitivo cenobio di Patti, dopo l’infausta avventura di Gerusalemme, fissa la sua dimora la regina Adelasia, le cui spoglie sono custodite in uno splendido sarcofago nella Cattedrale. Basilica che ancora oggi, nonostante gli innumerevoli interventi e ristrutturazioni, guarda imponente alla città, con le forme suggestive del Seminario e del Palazzo Vescovile, ed abbraccia stupendi panorami che spaziano dalle montagne alle Isole Eolie.
La costa tirrenicaÈ del 1131 la Bolla di Anacleto II, che riconosce il vescovado di Lipari-Patti, fondato per volontà di Ruggero. La piena autonomia avviene nel 1399, per decisione di Bonifacio IX.
La Diocesi, con le ristrutturazioni del secolo XIX, arriva alle dimensioni attuali di 42 Comuni con 84 Parrocchie.
Si estende su una superficie di circa 1.648 kmq. (oltre la metà dell’intero territorio della provincia di Messina) ed ha come confini naturali la fascia tirrenica che va da Oliveri a Tusa, per una lunghezza di ben 103 km, e la catena montuosa dei Nebrodi, che in modo frastagliato la circondano quasi totalmente e che costituiscono sui picchi lo spartiacque verso l’interno della Sicilia.
Parco dei NebrodiÈ una terra, dove si può andare in breve tempo dal mare alle vette più alte, ove sono ubicati i comuni della Sicilia a maggiore altitudine: Floresta, Cesarò, Capizzi e San Teodoro. Sul litorale tirrenico sorgono invece i centri più recenti, ove le attività turistiche e il terziario si sono sviluppate intensamente in questi ultimi decenni.
La zona geografica offre paesaggi incantevoli, boschi immensi ed incontaminati, vallate profondamente incise da oltre venti fiumare, un vasto patrimonio artistico con opere d’arte della civiltà greco-romana, arabo-normanna, con castelli disseminati dovunque e conventi e chiese bizantini, romanici, ma anche in stile rinascimentale, barocco e settecentesco.
Ovunque sono evidenti gli influssi e i segni vitali di numerose e varie comunità religiose. Basiliani, cappuccini, frati minori, domenicani, salesiani, oblati, religiosi e religiose, si sono alternati lungo il corso dei secoli, determinando un’intensa fioritura di vocazioni.
Gli oltre 165.000 abitanti sono diffusi in 42 paesi, che costituiscono un microcosmo vario, come caleidoscopio. Ricreano effetti, luci ed emozioni; rivelano e presentano angoli insospettati per silenzi e bellezza; creano scenari meravigliosi ritmati dai rintocchi delle campane delle oltre quattrocento chiese e santuari. Greci e romani, bizantini ed arabi, normanni e svevi, spagnoli e angioini hanno per primi plasmato le pietre di questi borghi, dove in seguito il rinascimento e il barocco lasceranno tracce indelebili.
Madonna col Bambino (fine sec. XVI)Qui pittori, scultori, architetti e artigiani locali, con la loro opera hanno aiutato gli altri uomini ad avvicinarsi al divino ed hanno contribuito a diffondere il messaggio evangelico. Alcuni sono noti: Gagini, Novelli, Sozzi, Li Volsi, Tomasi, Antonello. Altri sono anonimi. Tutti però accomunati per aver interpretato i sentimenti e le emozioni dell'anima popolare. Le loro intuizioni documentano la fede, la vitalità, la creatività, i diversi modi con cui ciascuna epoca ha espresso le proprie speranze e ha esorcizzato le proprie paure. Vi è così tutta una rete capillare di edifici sacri, affreschi e quadri, intagli e sculture, argenti e parati: opere indicative di una attività costante e di un grande impegno per la bellezza, "frutto prezioso che resiste all'usura del tempo, che unisce le generazioni e le congiunge nell'ammirazione".
I Gesanti di MistrettaAntiche Chiese e prestigiosi monasteri, rimasti chiusi ed in stato di abbandono per lunghi anni, sono stati recuperati al culto e alla pubblica fruizione, così come le opere pittoriche e scultoree in esse custodite, tra cui spiccano i marmi gagineschi.
La Festa di San Sebastiano a TortoriciLa tradizione e la cultura dei Nebrodi si individuano anche nelle numerose feste popolari, delle quali sono emblematiche la Festa dei Giudei e la Cavalcata dei Tre Santi a San Fratello, la Festa di San Sebastiano a Mistretta e a Tortorici, quella di San Basilio a San Marco d’Alunzio, di San Giacomo a Capizzi, dei Gesanti a Mistretta, del Venerdì Santo, dei Santi patroni e protettori: occasioni singolari per rinsaldare legami e rinvigorire tradizioni e memorie.
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