Edizioni della Diocesi

 

 

MONS. GIUSEPPE PULLANO
Vescovo di Patti (1957-1977)

Il volume (a cura di Basilio Scalisi), edito nel 2005 dalla Diocesi di Patti,
fa parte della collana "Documenti e Ricerche di Storia Religiosa della Diocesi di Patti".


Presentazione di S. E. Mons. Ignazio Zambito


Episcopato lungo quello di Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Pullano (1907-1977) venuto a Patti nel 1953, in aiuto al vescovo Ficarra, prima che come vescovo residenziale.
Episcopato convulso che si estende nei tre decenni che vedono la preparazione, la celebrazione e la fase iniziale dell’attuazione del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Episcopato vissuto all’insegna della fedeltà, coincidente con la necessità di trovare vie nuove per testimoniare l’eterna novità del Vangelo in situazioni sociali, morali, religiose ed ecclesiali divenute di colpo visibilmente magmatiche.
La situazione nuova rende più disagevole il sempre difficile lavoro di sintesi di chi voglia guardare ad un periodo del quale non pochi protagonisti sono, tuttora, in attività.
Inoltre, non ho avuto personale significativa consuetudine con mons. Giuseppe Pullano e i miei diretti incontri con lui sono stati sporadici e formali. Lo conosco indirettamente, attraverso le opere di cui, negli anni del suo ministero pastorale, ha arricchito la diocesi, ed esperimento che di lui si può dire, come del patriarca Abele dice la Lettera agli Ebrei, «benché defunto, parla ancora» (Eb 11,4) e sono pervenuto alla serena persuasione che la vita e l’opera del vescovo Pullano siano ben sintetizzati dalla convinzione, solida come pietra angolare, che Cristo vince, regna e impera e dalla parola d’Isaia «per amore di Sion non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi darò pace, finché non sorga come stella la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come lampada» (Is 66,1-3). 
La difficoltà di pervenire agevolmente a sintesi non poteva prevalere sul dovere della gratitudine verso un pastore benemerito dalla personalità forte e ben delineata. Così ho colto molto volentieri la ricorrenza del XXV della dedicazione del nuovo Santuario di Tindari, che del Pullano ha assorbito in modo considerevole le energie, per proporre una pubblicazione che raccogliesse memorie, riflessioni e testimonianze.
La mancanza di conoscenza personale, il bisogno di conservare la memoria e la necessità di esprimere gratitudine mi hanno indotto a passare l’iniziativa all’Istituto Teologico Diocesano «Mons. Angelo Ficarra». L’Istituto, nella persona del direttore mons. Giovanni Orlando, ha accolto la mia richiesta e ha individuato quanti avrebbero potuto collaborare nel lumeggiare i vari aspetti dell’attività del mio Predecessore e, con entusiasmo, si è in messo all’opera consegnando, alla fine, un lavoro «Mons. Giuseppe Pullano Vescovo di Patti», a più mani e saldamente unitario che ora ho la gioia e l’onore di presentare.
Tali collaboratori, l’avv. Nicola Adamo, don Vittorio Casella, don Salvatore Danzì, don Rosario Giordano, don Giovanni Orlando, sr. Maria Passarello, don Basilio Scalisi, prof. Sebastiano Paterniti, don Francesco Pisciotta, don Pio Sirna, l’avv. Antonio Trifilò, sono così gli autori di questo volume e io li ringrazio di cuore a nome mio e della diocesi.
Ognuno di loro ha lavorato con impegno, abilità e devozione di modo che uno sguardo all’insieme dell’episcopato di mons. Pullano si affianca alle riflessioni sul suo rapporto col Concilio, alla dimensione mariana della sua spiritualità e alle testimonianze che riguardano la sua vita ‘privata’ e attengono all’attività edilizia, alla vita sociale, all’apostolato dei laici e alla vita consacrata di Patti.
Scrivere di una persona è come alzare gli occhi per guardarla in viso, per scrutare il mistero che l’abita e costituisce, per capire a che punto è quel dinamico «ad immagine di Dio» (Gn1,27) compito, meta, molla destinati a restare sempre oltre; anche quando lo Spirito avrà creato cieli nuovi e terra nuova.
Ed è operazione non priva di rischi.
Come fare, infatti, a capire il mistero? Come muoversi al cospetto del cuore umano creato da Dio a misura di sé?
Nessuno degli estensori di queste pagine ha preteso di «alzare gli occhi» in viso a mons. Giuseppe Pullano.
Tutti hanno cercato di portare una tessera a compimento di un mosaico che alimenti la memoria, motivi la gratitudine e favorisca nella chiesa pattese la crescita del bene che Gesù Maestro e Signore ha iniziato coi doni di natura e grazia con cui ha arricchito il servizio pastorale del venerato Pastore.
Patti, 8 settembre, Festa della Madonna di Tindari, 2005

 

Scheda biografica di Mons. Giuseppe Pullano


Mons. Giuseppe Pullano nasce a Pentone, in provincia di Catanzaro, l’11 luglio 1907 da una modesta famiglia di santa vita cristiana: Sante ed Esterina Marino.
Concluse le elementari, manifesta la sua vocazione allo stato ecclesiastico e, nel 1918, viene mandato nel seminario diocesano di Catanzaro per gli studi ginnasiali. Alla fine del corso di ginnasio, entra nel seminario regionale San Pio X, nella stessa città, per lo studio della filosofia e della teologia.
Qui egli rivela una condotta irreprensibile, amore allo studio ed una eccezionale bontà, dimostrando a sufficienza di essere tra quelle persone destinate dal Signore ad una missione speciale.
Il 3 agosto del 1930 è ordinato sacerdote da mons. Giovanni Fiorentini e già nel mese successivo è chiamato dallo stesso arcivescovo a reggere, come rettore, il seminario di Squillace, dove comincia una intensa opera di ricostruzione e di rinnovamento, lasciando negli alunni tutti un luminoso esempio di fede salda e di fervore ardente ed operoso.
Le sue singolari qualità di pastore d’anime sono successivamente espresse in 15 anni di ministero parrocchiale.
Nel 1937, infatti, è chiamato a reggere, come arciprete, la parrocchia di Gimigliano e nello stesso periodo è anche rettore del Santuario di Porto, dedicato alla Vergine Santa.
In questo delicato compito si impegnò intensamente, avviando numerose iniziative, ancora vive nel ricordo della gente.
Il 22 aprile del 1953 dal papa Pio XII viene nominato vescovo titolare di Uzali e, contemporaneamente, coadiutore sedi datus della sede vescovile di Patti, con tutti i poteri giuridici.
Il 29 giugno del 1953 nella Chiesa dell’Immacolata in Catanzaro riceve la consacrazione episcopale dal cardinale Giovanni Adeodato Piazza, con una larga partecipazione di amici e fedeli, convenuti da Pentone, Squillace, Gimigliano ed una significativa rappresentanza della diocesi di Patti.
Il 29 agosto successivo fa il suo primo ingresso in diocesi.
Il 2 marzo 1955 è nominato amministratore apostolico sede plena della diocesi di Patti e, dopo due anni, il 2 agosto 1957, dallo stesso Pio XII è nominato vescovo residenziale della sede di Patti, succedendo così a mons. Angelo Ficarra, che per un ventennio aveva retto la diocesi, avviando un processo di rinnovamento e ricostruzione, dopo i disastrosi eventi della seconda guerra mondiale.
Il 29 settembre dello stesso anno prende possesso canonico della sede vescovile con una solenne cerimonia nella Cattedrale di Patti ed inizia subito la sua attività pastorale per attuare un programma di lavoro, arduo e instancabile, che può essere così sintetizzato: ricostruire, costruire e rinnovare.
Leggiamo nella sua prima Lettera pastorale al clero ed ai fedeli della diocesi di Patti: «Quando ebbi la notizia della mia elezione episcopale, in quei terribili momenti di incertezza e di trepidazione, pensai subito alla Madonna, Madre nostra e Fiducia nostra, ed alla sua materna protezione affidai il mio Episcopato, come avevo fatto per il mio Sacerdozio. Volli esprimere ciò anche nel mio stemma, che è uno stemma mariano, scegliendo come motto le parole del Salmista: “Sotto l’ombra delle tue ali”, che, con senso largo, io intesi riferire alla Madonna».
Comincia il suo apostolato, in Diocesi, sul finire del 1953.
La prima attività che realizza, alla fine dello stesso anno e per tutto il 1954 è la «Peregrinatio Mariae» in tutte le famiglie della diocesi, con l’erezione di un monumento mariano in ogni paese. In tale circostanza l’icona della Madonna del Tindari è solennemente portata nella Basilica Cattedrale di Patti, che per tutta una settimana, dal 17 al 24 ottobre 1954, diviene meta di continui pellegrinaggi.
Nella manifestazione conclusiva mons. Pullano legge il solenne atto di consacrazione della diocesi alla Madonna del Tindari.
Già da allora comincia a pensare alla costruzione, sul colle di Tindari, di un nuovo ed imponente santuario alla Madonna del Tindari.
Idea che comincia ad attuare l’11 ottobre 1956 con l’inizio dei lavori di sbancamento e di preparazione del terreno.
Il 30 dicembre dello stesso anno mons. Pullano, accompagnato da un gruppo di sacerdoti, è ricevuto in udienza privata dal papa Pio XII, il quale benedice il plastico del nuovo santuario.
L’8 dicembre del 1957 mons. Pullano officia la funzione della posa della prima pietra ed il 29 giugno del 1963, nel suo primo decennio di Episcopato, inaugura solennemente il nuovo santuario, già funzionale, allora, nelle sue strutture essenziali.
Oltre che al santuario, la sua attenzione è rivolta anche alla realizzazione delle opere annesse: la casa del pellegrino, la casa del clero, sia per l’assistenza ed il soggiorno dei sacerdoti anziani, sia per esercizi spirituali e convegni ecclesiali.
Gli eventi bellici della seconda guerra mondiale avevano danneggiato seriamente le strutture del seminario vescovile di Patti, che per circa 450 anni era stato centro di cultura e di preparazione intellettuale e morale di larga parte della gioventù di Patti e dei centri vicini. Pertanto, mons. Pullano ricostruisce ed amplia i locali del seminario di Patti, rendendolo funzionale dal punto di vista igienico, culturale ed educativo.
Negli stessi anni avvia pure la costruzione del seminario estivo di Castell’Umberto, per dare la possibilità ai numerosi seminaristi di trascorrere le loro vacanze, lontani dal caldo di Patti, ed impegnarsi così in attività formative e ricreative.
Tanto lavoro e grandi difficoltà incontrate, crediamo sicuramente, sono stati già largamente compensati dalla gioia di avere ordinato circa 100 giovani sacerdoti, che testimoniano soprattutto che le opere realizzate erano a sostegno della sua incessante attività pastorale a favore del seminario, che lo vide sempre presente, anche nelle più semplici circostanze e per cui non si stancò mai di dedicare tempo e lavoro.
Tutto questo non trascurando di interessarsi anche ai bisogni ed alle esigenze di tutta quanta la diocesi. Provvede infatti alla erezione di nuove parrocchie ed alla costruzione delle necessarie chiese parrocchiali e dei locali per il ministero pastorale.
A Patti le nuove parrocchie del Sacro Cuore nel corso Matteotti, di S. Febronia nella frazione Case Nuove e di S. Giuseppe in Tindari. Dieci nuove parrocchie in tutti gli altri centri diocesani.
Il periodo dal 1962 al 1965 lo vede impegnato a Roma nella partecipazione al Concilio Ecumenico Vaticano secondo, cui dà il suo contributo per il rinnovamento della vita della Chiesa.
Rientrato in sede, promuove varie iniziative per cominciare ad attuare i nuovi orientamenti conciliari nella liturgia, nella catechesi e nella pastorale in modo particolare; specialmente in Patti, dà nuovo vigore alla devozione verso S. Febronia, promuovendo il solenne pellegrinaggio dalla città di Minori a Patti, con le reliquie della Santa concittadina, dal 4 al 7 luglio 1968, e facendo innalzare un tempio nella contrada Acquasanta e ristrutturando la piccola chiesa di Polline.
È in questo periodo che un’improvvisa frana fa crollare il palazzo vescovile, che egli aveva provveduto ad ampliare ed abbellire, ma egli, come sempre, con coraggio e sicurezza, ne realizza la nuova costruzione.
Momento particolare della sua attività pastorale è la «Peregrinatio Mariae» in tutte le parrocchie della diocesi, nel 1974 e 1975, con l’immagine della Madonna del Tindari.
È avvenimento ecclesiale di grande portata, che impegna tutta quanta la comunità diocesana, per esternare, in unione col vescovo, i propri sentimenti di fede e di devozione alla Vergine Santa, cui egli aveva improntato tutto il suo programma di azione pastorale.
Alcuni anni prima, nel 1967, in occasione del ventennio dell’Opera delle Vocazioni Ecclesiastiche, consacra solennemente la città e la diocesi al Sacro Cuore di Gesù. In questa occasione viene posta nel frontone del seminario la gigantesca statua in bronzo del Sacro Cuore, quasi a guardare e proteggere tutti gli abitanti.
L’impegno di mons. Pullano è anche per la ristrutturazione, l’ampliamento e l’apertura agli studiosi, della biblioteca «Divus Thomas» nei locali del seminario di Patti, con la pubblica inaugurazione del 19 marzo 1975.
Un’attività così intensa e molteplice gli merita la stima e l’affetto da parte di tutti, come egli stesso ha modo di constatare, con profonda umiltà, durante le quattro Visite pastorali in tutte le parrocchie della diocesi.
In queste circostanze lo si vede manifestare apertamente, con volto sereno, la gioia del pastore che rivede i propri figli e vuol parlare con loro, per comprendere, incoraggiare, correggere e promuovere un risveglio di vita cristiana in ogni comunità.
Il suo programma pastorale, che a volte poté sembrare non al passo con il cammino dei tempi, non fu privo di incomprensioni e di difficoltà.
Tuttavia in ogni circostanza non si lasciò abbattere e scoraggiare, sempre animato e sostenuto dalla forza del suo entusiasmo e dal suo slancio apostolico, interiormente fondato sulla protezione ed assistenza della Vergine Santa.
La lunga giornata terrena di mons. Pullano si conclude improvvisamente, mercoledì 30 novembre 1977, alle ore diciotto circa, in Sant’Elia di Catanzaro, ove era stato invitato per una manifestazione religiosa.

Basilio Scalisi