Seconda Stazione

Riflessione proposta da Melo Freni

Gesù riceve la croce

       Aveva a lungo camminato dopo
che quella stella si era spenta. Ormai 
solo di lui la luce
brillava sulla terra, dissipava
odi e vendette nell’ascesa
della parola nuova: bacio e spada
- e la gente vedeva, l’occhio
squarciava il buio della notte,
e l’orecchio ascoltava, mentre i cuori
si aprivano al profumo della vita:
ai poveri non negate il pane
una stampella agli storpi
a chi non crede non negate la speranza
e distruggete gli idoli del mondo
i vitelli dorati, le menzogne,
questo marcio potere che distrugge
il segno dei roseti e oscura l’albe
disegnate dal Padre:
nasce da lì il rancore, dall’inganno
che stravolge nell’anima il sospiro
delle voci beate. Ciascuno
è tuo fratello, gridava nel deserto
delle menti offuscate e il vento
con quest’eco frugava tra le spine,
negli ardenti roveti, tra le pieghe
di antiche schiavitù fatte di sangue
e d’odio.
Non poteva dormire,
qualcuno lo avrebbe svegliato
per chiedergli ragione dell’insania
portata dalla sfida: quelle mani
distese a benedire, quelle bende
disciolte dentro l’antro della morte,
il pianto delle madri e di una donna,
il bacio della quiete ritrovata.
“Chi è costui che viene?”

Un uomo fragile, uno come noi,
però col cuore acceso alla speranza,
un uomo di coraggio e di virtù,
forse è figlio di Dio, siamo tutti – dice – 
figli di Dio e ci vorrebbe
ciascuno come lui: persino pronti
ad essere traditi e illuminare
il sonno dei carnefici.
Volavano colombe, ma quello interrogava
“dimmi chi sei, chi sei. Dimmi chi sei”
intanto il sole tramontava
e dietro i monti
si spandeva una macchia come fuoco.
Fuori il tumulto cresceva,
cresceva l’ansia della sorte ingrata
ma che doveva compiersi e provare
la gloria della croce
sulle ferite
sulle menzogne
sull’ingiustizia
sulla slealtà
sui delitti di sangue
sui delitti del pensiero
sui delitti del cuore
sull’ipocrisia
sui tradimenti
sui falsi sorrisi
sulla miseria delle nostre invidie e
sulla schiavitù dell’anima
sulle guerre
sulle oppressioni
sulla fame del mondo
sulla sete
sui deserti delle cascate di cristallo
su / su / su
fino all’abisso dove sprofonda il cuore.
Così fu solo lui a salire, lentamente,
trascinando una Croce
fatta con tutti gli alberi del mondo
foreste disboscate, sradicate,
montagne asciutte, rase come un cranio
che sotto un altro nome
“E’ il Golgota, alleluja!”

Bagnato dalle lacrime
sarebbe rifiorito.
E Pilato, timoroso e scontento,
lo consegnò perché fosse crocifisso.
E Gesù portando la sua croce
salì verso il Calvario.

Terza Stazione




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