Terza Stazione

Riflessione proposta da Michelangelo Gaglio

Gesù cade la prima volta

Gesù, dopo essere stato flagellato, è costretto a portare la croce verso il Golgota per esservi crocifisso: non ce la fa e cade oppresso. Attorno a lui c'è il popolo che pochi giorni prima l’aveva acclamato festante, al suo ingresso in Gerusalemme. Gesù è bocconi a terra, sotto la sferza degli aguzzini, ma nessuno protesta, nessuno gli porge aiuto, nessuno si fa avanti a liberarlo. Solo indifferenza e scherno.
Noi non siamo abituati all’immagine di Gesù che cade, di Gesù che ha bisogno del nostro aiuto; preferiamo Gesù potente e miracoloso, Gesù che dice al paralitico: «Alzati e cammina» e a Lazzaro: «Vieni fuori».
Se, invece, considerassimo la sua fragilità umana oltre che la sua potenza divina, se avessimo sempre davanti agli occhi Gesù che cade sotto il peso della croce, capiremmo il messaggio che ci comunica la sua caduta e vedremmo in quella croce le croci del nostro tempo.
Croci pesanti: la povertà, l’emarginazione, il terrorismo, i disagi e le sofferenze degli immigrati, l’angoscia dei bambini che muoiono di fame, la disperazione dei licenziati, l’avvilimento di quelli che non trovano lavoro, il grido di quanti sono oppressi da insopportabili ingiustizie. E la croce più dolorosa e più scandalosa: la guerra.
Non fermiamoci, quindi, all’indignazione per l’indifferenza del popolo dinanzi alle sofferenze di Gesù, ma cerchiamo di cogliere noi, oggi, l’occasione di sollevare la croce di Gesù aiutando i nostri fratelli.
Egli stesso si è paragonato agli ultimi della società, ammonendo che qualunque cosa avessimo fatta a loro, l’avremmo fatta a lui.
Oggi il mondo globalizzato si polarizza intorno a pochi grandi poteri ai quali deleghiamo ogni decisione; preferiamo chiuderci in noi, cercando di godere dei vantaggi che comporta l’essere nati in una società opulenta.
Dobbiamo, invece, respingere questa logica egoistica e capovolgere i falsi valori a partire da noi stessi.
Nella vita di Gesù il punto chiave, il centro in cui tutto ciò appare con la massima forza è la croce. Essa rappresentava la più grande infamia e la peggiore abiezione. Eppure Gesù l’ha abbracciata con generosità e senza vergogna!
Ti preghiamo, o Signore, di darci il coraggio di prendere con serietà la tua debolezza e di scoprire il mistero che essa racchiude.
Ti preghiamo di farci vedere anche le croci dei nostri fratelli e di darci la forza di rialzare noi stessi e loro dopo ogni caduta.
Ti preghiamo, o Signore, di aiutarci ad essere pietra angolare e segno vitale di contraddizione in questa società dominata dall’egoismo e drammaticamente segnata dalle guerre.

Quarta Stazione

 

 

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