Il Vangelo della 6a Domenica del Tempo Ordinario (17 febbraio 2019)

«Siate felici…». In sintesi è questo l’insegnamento che riceviamo dalla pagina evangelica delle Beatitudini che ascolteremo domenica. Infatti, è proprio questo il sogno e il disegno di Gesù per ogni suo discepolo. Ai poveri, agli affamati, a quelli che piangono, ai perseguitati, Gesù dice: «Beati voi!».

A quanti, invece, sembra che non manchino di nulla, che esercitano con disinvoltura il potere e si comportano mettendo in opera tutte le umane furbizie li ammonisce dicendo: «Guai a voi», cioè fate attenzione a voi stessi perché vivendo in maniera dissipata e dissoluta rischiate prati-camente di sbagliare tutto nella vostra vita!

La società dei consumi nella quale siamo immersi e che sembra promettere a tutti ogni possibile forma di felicità in realtà genera una folla immensa di scontenti e di delusi che, dopo aver inseguito per tutta la vita la logica del volere avere tutto e subito, alla fine si ritrovano non solo con le mani vuote ma anche col cuore sommerso dalla tristezza.

La beatitudine promessa e assicurata da Gesù libera dal groviglio che viene generato dalla logica del possesso a tutti i costi e ottenuto con ogni mezzo.

La beatitudine autentica, poi, non è mai il risultato di un successo umano né tanto meno l’esito di uno stile di vita affrancato da Dio, ma è piuttosto l’accoglienza grata di un dono che ha la sua sorgente in Dio e a Dio sempre orienta. Papa Francesco nella sua esortazione apostolica sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo così scrive: “Ci possono essere molte teorie su cosa sia la santità, abbondanti spiegazioni e distinzioni. Tale riflessione potrebbe essere utile, ma nulla è più illuminante che ritornare alle parole di Gesù e raccogliere il suo modo di trasmettere la verità. Gesù ha spiegato con tutta semplicità che cos’è essere santi, e lo ha fatto quando ci ha lasciato le Beatitudini. Esse sono come la carta d’identità del cristiano. Così, se qualcuno di noi si pone la domanda: “Come si fa per arrivare ad essere un buon cristiano?”, la risposta è semplice: è necessario fare, ognuno a suo modo, quello che dice Gesù nel discorso delle Beatitudini”.

E aggiunge: nelle beatitudini “si delinea il volto del Maestro, che siamo chiamati a far trasparire nella quotidianità della nostra vita” (n. 63). È evidente – come osserva ancora Papa Francesco – che le beatitudini “vanno molto controcorrente rispetto a quanto è abituale, a quanto si fa nella società; e, anche se questo messaggio di Gesù ci attrae, in realtà il mondo ci porta verso un altro stile di vita”. Proprio per questo è necessario invocare di continuo l’aiuto di Dio perché le Beatitudini “possiamo viverle solamente se lo Spirito Santo ci pervade con tutta la sua potenza e ci libera dalla debolezza dell’egoismo, della pigrizia, dell’orgoglio” (n. 65).

p. Enzo Smriglio