Il Vangelo della 2a Domenica di Avvento (9 dicembre 2018)

L’Evangelista Luca introduce l’inizio del ministero di Giovanni il Battista con un dettagliato elenco di nomi di potenti del tempo; vengono menzionati l’imperatore Romano Tiberio Cesare, il suo governatore in Palestina il ben noto Ponzio Pilato, i due signorotti locali Erode e Filippo, i capi religiosi Anna e Caifa.

Questo elenco però viene interrotto da una frase che si discosta all’improvviso da ogni possibile riferimento a logiche di potere, ben rappresentate dai personaggi precedentemente menzionati.

Scompare qualsiasi accenno ai potenti e tutta l’attenzione viene rivolta alla potenza della parola di Dio che – dice il testo – venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Si assiste ad una specie di ‘dirottamento’; ci si allontana dai centri del potere e ci si ritrova catapultati nel “deserto”, emblema della precarietà in quanto luogo aspro e inospitale.

L’Evangelista in questo modo ci presenta lo stile di Dio il quale “abbatte i potenti” e fa dei poveri i principali collaboratori del suo regno.

A Dio basta un uomo solo che si lasci infiammare dalla sua Parola, come è stato Giovanni Battista. La stessa parola di Dio ancora oggi “viene” in cerca di uomini e donne che l’accolgano e si lascino infiammare la vita.

Se pensiamo ai governanti e ai capi religiosi nominati nel vangelo, caratte-rizzati non certo dalla loro integrità morale, quello non era sicuramente un bel periodo. Ma anche oggi, ai nostri giorni, stiamo vivendo una stagione assai difficile della storia dove sembra che l’uomo abbia perso la sua centralità e la sua importanza, ma dove agli idoli di ogni tipo viene concesso ampio spazio, mentre i diritti fondamentali delle persone vengono sistematicamente violati. Questa situazione porta molte persone ad un atteggiamento di pessimismo, di scoraggiamento e di rassegnata passività.

Adesso, come allora, sembra che i prepotenti possano averla sempre vinta. Ma una cosa non dobbiamo mai dimenticare: non esistono situazioni in cui Dio non possa entrare per risanare le ferite, rinfrancare dalle umiliazioni e dalle ingiustizie.

Anche i sentieri più impervi possono essere raddrizzati!

Come un tempo Dio si è avvalso della coraggiosa collaborazione di Giovanni il Battista per denunciare i soprusi del tempo, così oggi, in tante parti del mondo, si alzano voci sicuramente sgradite ai potenti, voci che con coraggio si schierano a fianco dei poveri e a difesa degli scartati dalla società. Impegniamoci tutti a “preparare la via del Signore”, nello stile dei profeti che proprio nell’arida solitudine del deserto si sono lasciati infiammare il cuore dalla parola di Dio e così, anche noi, nel nostro piccolo, potremo riuscire ad annunciare al mondo che davvero “Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio”.

p. Enzo Smriglio