Il Vangelo della 33a Domenica del Tempo Ordinario (18 novembre 2018)

L’anno liturgico volge al termine e con questa domenica termina la lettura del vangelo secondo Marco. L’ultimo brano che ascolteremo è tratto dal qcosiddetto discorso escatologico, riguardante le “cose ultime” che accadranno al momento del ritorno del Figlio dell’uomo quando si manifesterà con grande potenza e gloria.

In questo contesto solenne e drammatico al tempo stesso troviamo incastonato un versetto che infonde nel cuore una straordinaria serenità: “Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo”. Ecco cosa avverrà.

Non c’è alcun motivo per farsi prendere dal panico che immobilizza.

Al momento del suo glorioso ritorno Nostro Signore Gesù Cristo “manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti”.

La fine del mondo coinciderà con la rivelazione del “fine ultimo” di tutto: essere definitivamente radunati dagli angeli per stare per sempre alla presenza di Dio, dinanzi alla sua divina potestà, finalmente ammessi a contemplare il volto stesso di Dio per tutta l’eternità, insieme agli angeli e ai santi.

Altro che paura e terrore.

Ci aspetta l’eterno abbraccio della Santissima Trinità, l’incontro definitivo ed eterno con la fonte dell’amore.

Non siamo dunque proiettati verso l’inesorabile e disperata distruzione finale dell’intera creazione, ma al contrario quando Gesù si manifesterà in tutta la sua potenza e gloria, potremo finalmente ve­de­re con i nostri stessi occhi Colui che per tutta la vita abbiamo desiderato incontrare e potremo così essere definitivamente ammessi alla piena e perfetta comunione con Dio, fonte della vita buona, bella e beata che già fin da adesso possiamo sperimentare se viviamo ogni giorno alla presenza di Dio, nella sua grazia, nel continuo discernimento della sua santa ed ineffabile volontà.

Non si allontani dal nostro cuore la certezza che Signore non ci abbandona mai e che sempre si prende cura di tutti. E mentre ci accorgiamo come tutto è destinato a passare non si offuschi mai nel nostro cuore la confortante certezza che solo le parole di Gesù sono parole che “non passeranno mai” e che proprio per questa loro qualità sono fonte di indicibile speranza, strappano dal nostro cuore ogni forma di sconforto, rassegnazione e paura.

Ciò che attendiamo non è allora il triste annientamento finale dell’intera creazione, ma il pieno e definitivo compimento dell’eterno disegno d’amore di Dio che ci ha pensato da tutta l’eternità per essere con Lui, per tutta l’eternità, “nel suo regno di luce infinita”.

p. Enzo Smriglio