Il Vangelo della 32a Domenica del Tempo Ordinario (11 novembre 2018)

Gesù ci mette in guardia da ogni forma di ostentata religiosità e dall’esperienza di chi prega semplicemente “per farsi vedere”.

Si tratta di un rischio legato a tutte le espressioni di religiosità vissute in maniera appariscente, non tanto per dare gloria a Dio quanto piuttosto per assicurare riconoscimenti e apprezzamenti a chi le pratica.

Gesù, stando di fronte al tesoro del Tempio, “osservava come la folla vi gettava monete”. E davanti agli occhi di Gesù non passa inosservata l’esigua offerta della povera vedova che a differenza di tutti gli altri non ha dato del “superfluo” ma “tutto quanto aveva per vivere”.

Tutti riusciamo ad intuire la differenza che intercorre tra il dare ‘qualcosa’ e il ‘dare tutto’.

La povera vedova del Vangelo con la sua offerta, anche se materialmente assai modesta, ha di­mo­stra­to di saper dare tutto, non limitandosi così a dare semplicemente qualcosa.

Gesù contrappone la generosità discreta e silenziosa della povera vedova all’agire appariscente degli scribi che si pavoneggiavano passeggiando “in lunghe vesti”, nella ricerca continua di “saluti nelle piazze”, di “primi seggi nelle sinagoghe” e “primi posti nei banchetti”.

E’ evidente che la logica del pavone che fa’ tutto per farsi notare da tutti è praticamente agli antipodi dell’insegnamento proposto da Gesù ai suoi discepoli di tutti i tempi.

Non dovremmo mai dimenticare che Dio non giudica dall’apparenza, ma guarda il cuore (1Sam 16,7) e pertanto ciò che ha valore agli occhi di Dio non è ciò che appare quanto piuttosto l’intenzione che sta all’origine di ogni azione. Infatti, anche le azioni più belle, in certi casi, possono essere inficiate da intenzioni che potrebbero comprometterne la bontà iniziale.

Gesù ci propone come modello una povera vedova, segno di indigenza e appartenente ad uno stato sociale, a quei tempi, privo di ogni garanzia. Eppure questa donna nel suo stato di assoluta pre­ca­rie­tà arriva a dare il necessario per vivere perché si fida di Dio, confida nel suo aiuto e sa affidarsi alla Provvidenza.

Quando la nostra fede arriva a sapersi fidare di Dio, affidarsi a lui e confidare nel suo aiuto, come ha fatto la povera vedova del vangelo, allora il cuore di Gesù continua a commuoversi, cioè a muoversi verso di noi per attirarci a sé, conquistato dal nostro sincero amore verso Dio.

Chiediamo al Signore di saper riporre ogni giorno la nostra totale fiducia in Lui per essere capaci, come la vedova, di saperci donare interamente, senza ripensamenti e con tutto il cuore.

p. Enzo Smriglio