Il Vangelo della 23a Domenica del Tempo Ordinario (9 settembre 2018)

Le dettagliate indicazioni geografiche contenute nella pagina di vangelo che ascol­te­re­mo domenica (23a del tempo ordinario) ci richiamano prepo­­ten­temente la dimensione universale del ministero di Gesù.

Gesù che arriva “in pieno territorio della Decapoli” è il segno tangibile che l’annuncio evangelico, proprio perchè è rivolto a tutti, non può esclu­de­­re nessuno.

L’universalità dei destinatari del Vangelo, oltre ad essere  ben di­mo­stra­ta dall’infaticabile ministero di Gesù, è attestata anche dal­l’in­stan­cabile opera di evangelizzazione della Chiesa che, per esplicito man­da­to del suo Signore e Maestro, annuncia ancora oggi il vangelo in ogni ango­lo del mondo.

Pensando, quindi, al delicato impegno di evan­geliz­za­zio­ne non si potrà mai dire: “non qui”, “non a questi” perché il vangelo è destinato a “tutti” e deve arrivare “dappertutto”.

L’evangelista Marco sembra che abbia acceso il ‘navigatore satellitare’ e con precisione indica i vari spostamenti di Gesù, i suoi percorsi. Ci de­scri­ve Gesù che volutamente si spinge in un territorio abitato in fin dei conti da pagani.

Questo stile di Gesù c’insegna che Lui oltre ad accogliere chiun­­que si avvicini a Lui, è Lui per primo che si spinge “oltre”, cioè va a cercare l’ultimo abitante della regione più lontana, per donare il suo amore e offrire la sua salvezza.

Comprendiamo allora che questa introduzione geografica ci trasmette un insegnamento da tenere costantemente presente nella nostra esperienza di fede: Dio, in Gesù, è sempre rivolto verso ogni uomo in una esperienza di cammino che lo spinge in pratica ‘oltre ogni oltre’.

Il bano evangelico prosegue con la descrizione di un gesto di solida­rie­tà compiuto a favore di un sordomuto da parte di alcune persone che si sono prese cura di quell’uomo.

E’ significativo che il sordomuto, sebbene sia nella condizione di non riuscire né a sentire né a parlare in suo favore sono gli altri che supplicano Gesù di guarirlo.

Il Signore Gesù ci faccia capire quale è la nostra “Decapoli” dove dob­bia­mo recarci con prontezza e senza ritardi e chi sono i “sordomuti” che anche noi dobbiamo accom­pa­gna­re da Gesù perché lui li guarisca.

Ma nello stesso tempo mentre cer­chia­mo di accertarci con sincerità se tutte le zone della nostra personalità so­no state raggiunte dal messaggio evangelico proviamo, con altrettanta sin­cerità a considerare noi stessi quei sordomuti ai quali Gesù vuole scio­glie­re il nodo della lingua, rendere capaci di parlare corretta­men­te perché pos­sano aprirsi finalmente all’a­scol­to.

In quell’istante Gesù sus­sur­rerà all’orecchio del nostro cuore, ancora e sem­pre, quella divina parola che può davvero liberarci da ogni possibile for­ma di ripiega­mento: Effatà, apriti!

p. Enzo Smriglio