Il Consiglio Presbiterale e il Consiglio Pastorale Diocesano in seduta congiunta

Nella chiesa della “Madonna di Czestochowa” a Rocca di Caprileone, si sono riuniti, in seduta congiunta, sotto la presidenza del Vescovo, monsignor Guglielmo Giombanco, il Consiglio Presbiterale e il Consiglio Pastorale Diocesano per una verifica del precedente Anno Pastorale e per “prepararsi” all’avvio del cammino sinodale che porterà al Giubileo del 2025.

“Quest’incontro congiunto – ha spiegato il Vescovo – è già espressione della sinodalità, del camminare insieme”.

Al centro della verifica dell’Anno Pastorale 2020/21 non poteva mancare il riferimento alle ricadute che sullo stesso ha avuto la pandemia. Riprendendo le linee programmatiche, il vescovo ha fatto riferimento alla necessità di avere un approccio diretto con le famiglie; anche per questo ha iniziato la propria attività la Pastorale Familiare che ha già mosso i primi passi e che ha avuto positivi riscontri negli incontri vicariali.

Ad essere particolarmente “intaccata” e rallentata dalla pandemia è stata sicuramente la catechesi, con notevoli difficoltà per le famiglie e per i ragazzi, spesso demotivati, e a causa dei protocolli abbastanza rigidi. “C’è stato – ha evidenziato il Vescovo – un risveglio, anche se timido, per la celebrazione dei sacramenti, ma dobbiamo interrogarci sul metodo, che non può essere più quello sco­lastico. Occorre superare i vecchi schemi perché non suscitano risposte dall’altra parte. E’ necessario intercettare le domande del nostro temo per capire i reali bisogni della gente, con audacia pastorale. Senza i ragazzi le nostre comunità non hanno futuro”.

Per quanto concerne la solidarietà, “siamo riusciti – ha specificato il Vescovo – ad essere vicini a tanti bisogni e a dare aiuto ed accompagnamento. Questo è il volto bello della comunità ecclesiale, nel segno della carità”. Monsignor Giombanco ha ribadito che “l’evangelizzazione deve incarnarsi. Non ci devono essere programmi calati dall’alto, perché dal confronto nascono idee e prospettive”.

L’attenzione è stata, quindi, incentrata sul cammino sinodale che si aprirà ufficialmente in ciascuna comunità parrocchiale il 17 ottobre “perché – ha spiegato il Vescovo – è un cammino che parte dal basso e deve coinvolgere tutto il popolo di Dio”. A tal proposito monsignor Giombanco ha anticipato il titolo della sua nuova Lettera Pastorale “Annunciare il Vangelo con un cuore che ar­de”, che parte dall’esperienza dei discepoli di Emmaus, “che camminano con a fianco Gesù, che non impone il suo passo e fa diventare adulta una fede fragile e senza speranza”. ”No al centralismo diocesano nel cammino sinodale – ha assicurato il Vescovo -, perché ogni parrocchia dovrà essere soggetto attivo del cammino”. Proprio il cammino sinodale sarà al centro dell’Assemblea Diocesana, convocata alle 16,30 del 12 ottobre prossimo nella Basilica Santuario di Tindari. Dopo la preghiera iniziale, la professoressa Ina Siviglia rifletterà sul tema “Annunciare il Vangelo con lo stile sinodale”. Seguirà la Liturgia della Parola e dopo il Vescovo consegnerà la Lettera Pastorale alle comunità parrocchiali, ai gruppi, alle associazioni, ai movimenti.

“Oggi – ha sottolineato monsignor Giombanco – c’è il rischio di essere irrilevanti come presenza cristiana. E’ indispensabile un atteggiamento di conversione e di educazione allo stile sinodale. Ad esempio, nella nostra diocesi ci sono ancora una quarantina di parrocchie dove manca il Consiglio Pastorale. Nelle nostre comunità non si può pensare solo all’aspetto celebrativo e la sinodalità non è un parlamento o un organismo burocratico, ma un modus vivendi et operandi”.

Richiamando la necessità di riproporre, nelle singole parrocchie, la “lectio divina”, monsignor Giombanco ha citato una frase del cardinale Carlo Maria Martini: “La Chiesa non finirà, ma non è detto che non finiranno le chiese”.

“Lo Spirito Santo – ha concluso – ci assista durante il cammino e accenda in ciascuno di noi il desiderio della comunione perché il Vangelo possa correre sulle strade della nostra Chiesa e raggiungere il cuore di ogni uomo e di ogni donna”.

Nicola Arrigo