Consiglio Pastorale Diocesano

Nel salone della Concattedrale “Santi Martiri del XX secolo” si è riunito il Consiglio Pastorale della diocesi di Patti, presieduto dal vescovo, monsignor Guglielmo Giombanco. Dopo il periodo del lockdown, che, ovviamente, ha coinvolto, e parecchio, anche la vita ecclesiale, si punta a riprendere il cammino “riflettendo sull’accaduto – ha sottolineato il vescovo – e guardando al futuro”. A tal proposito, monsignor Giombanco ha scritto una lettera pastorale dal titolo “La perla di grande valore”, che sarà consegnata alle comunità parrocchiali, ai gruppi, ai movimenti e alle associazioni durante l’Assemblea Ecclesiale Diocesana, che si terrà il 5 ottobre nella Basilica Santuario di Tindari. “Il mercante che va in cerca della perla – ha rimarcato il vescovo – non ne trova una qualunque, ma quella che cambia la sua vita: da conquistatore, diventa conquistato”. “Chiediamoci, allora, – ha proseguito monsignor Giombanco – cosa da valore alla nostra vita? Cosa è cambiato in me, nel modo di pensare e di vivere le relazioni?” Il Pastore della Chiesa Pattese ha proposto, come già lo scorso anno, un ritiro parrocchiale all’inizio dell’anno pastorale “perché bisogna sempre tenere fissi gli occhi su Gesù”. “Nella lettera pastorale – ha anticipato il vescovo – non ho dato indicazioni, perché capisco che ci sono incertezze e tutto può cambiare da un momento all’altro. L’obiettivo primario deve essere recuperare i passi perduti, impegnandoci a ripartire insieme, come comunità, perché non possiamo rimanere passivi”.

Monsignor Giombanco, per il nuovo anno pastorale, “chiede” tre cose: “Riprendere le relazioni con le famiglie, perché si è un po’ perso il senso di appartenenza alla comunità. Bisognerà portare la Chiesa nelle famiglie perché diventino chiese domestiche. Ogni cambiamento nelle famiglie ha una ricaduta sulla comunità ecclesiale. Poi, ripartire con la catechesi ai ragazzi, perché senza ragazzi la comunità comincia ad agonizzare e non avrà futuro. Anche in questo caso bisognerà coinvolgere le famiglie, perché la formazione cristiana rientra nel loro impegno educativo. Dobbiamo rifuggire da una chiesa-museo. Infine, continuare con la solidarietà e con i gesti d’amore. Ci stiamo attrezzando per il sostegno economico, per le attività, per il reperimento di locali, perché la Chiesa è una famiglia e non può escludere chi ha bisogno, perché altrimenti cessa di essere madre. Da noi vengono persone mai viste prima, mi scrivono titolari di ditte ed imprese in grossissime difficoltà”.

Come detto, il 5 ottobre sarà celebrata, a Tindari, dalle 16,30 alle 18,30, l’Assemblea Ecclesiale, alla quale, visto che la capienza del Santuario consentita dalle norme anti Covid è di 200 persone, potranno partecipare un numero ridotto di fedeli: i sacerdoti, un operatore pastorale di ciascuna delle 84 parrocchie, due suore di ciascuna Congregazione Religiosa, un rappresentante di ogni gruppo, movimento e associazione.

Il vescovo, infine, ha fatto riferimento anche alla ripresa della catechesi con la presenza dei ragazzi.

Nicola Arrigo