Verso la Settimana della Fraternità

Lettera del Vescovo
per la Seconda Visita

Patti, 25 Febbraio 2004
Mercoledì delle Ceneri e inizio della Quaresima.

Carissimi fratelli e sorelle,
che mi accogliete ancora una volta nelle persone che vi consegnano questa mia seconda lettera, vi saluto con le parole di san Paolo ai cristiani di Colossi: ‘ringrazio continuamente Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, nelle mie preghiere per voi, per le notizie ricevute sulla vostra fede in Cristo Gesù, e sulla carità che avete verso tutti i battezzati, in vista della speranza che vi attende nei cieli’.
Sono convinto di avere esperimentato, per le notizie che mi sono giunte dalle parrocchie come risposta alla mia precedente lettera, la stessa gioia provata da san Paolo in seguito alle notizie ricevute dalla comunità della città di Colossi, gli stessi sentimenti provati dalla Santissima Vergine quando, dopo l’Annunciazione, andò in visita dalla cugina Elisabetta per mettersi al suo servizio.
Per questo, anzitutto vi esprimo grande gratitudine per la generosa e calorosa accoglienza che avete riservato a coloro che hanno portato la prima lettera e che, ora, vi stanno consegnando questa seconda.
Grazie alla solerte opera dei parroci, del gruppo di persone che nelle parrocchie collaborano alle attività pastorali e dei ‘visitatori’, 21.000 famiglie e oltre, hanno già ricevuto la mia lettera. 

In alcune parrocchie la consegna della lettera è in corso. 
Oltre 19.000 famiglie hanno accolto positivamente la proposta circa la realizzazione di alcuni incontri nei quartieri all’insegna della fraternità nella fede; a fronte delle 1.500 famiglie che hanno detto di non essere interessate. 
Un gruppo di persone, che ringrazio particolarmente, mi hanno risposto anche per iscritto. 
La massiccia risposta positiva mi incoraggia ad indire la ‘Settimana della Fraternità’ da celebrarsi nelle parrocchie della diocesi di Patti nel prossimo mese di novembre: vi invito tutti con piacere e con il cuore pieno di santi desideri. 
‘Settimana della Fraternità’,
di cosa si tratta?
È un’esperienza d’incontro tra voi, nei vostri quartieri, nelle vostre case nel nome della comune fede nel Signore Gesù. In questi incontri, da tenersi nell’arco di una settimana, cercherete di cogliere insieme il legame che c'è tra il Vangelo e la vita in famiglia, sul lavoro e nelle relazioni nel più ampio ambito della società. Vi chiedo di fare questi incontri nelle vostre case, non nelle chiese, perché sentiate che il Signore si è fatto uomo non per restare nei luoghi che siamo abituati a chiamare sacri, ma accanto a ciascuna persona. 
La ‘Settimana della Fraternità’ sarà:
*  esperienza, strumento per ‘sentire’ la presenza di Dio, ‘vedere’ la sua luce, ‘godere’ la sua consolazione nei luoghi della vita; 
*  festa derivante dalla gioia di stare insieme e raccontarsi le esperienze dialogando;
*  punto di partenza per creare e rafforzare vincoli nuovi di solidarietà e amicizia, in nome del Battesimo che abbiamo ricevuto in dono, come un seme da coltivare e fare fruttificare in quantità e qualità.
Chiedo a tutti e a ciascuno: lei vorrà esserci? ci sarà? può mettere la sua casa a disposizione per questa esperienza? Tenga presente che basta un ambiente capace di accogliere 15-25 persone. 
So, carissimi, so bene, che non vi mancano impegni. 
So che, alla mia domanda, prima della risposta vi sono balzate davanti le difficoltà e che la risposta spontanea è stata ‘sarebbe bello e mi piacerebbe, vorrei, ma proprio non posso perché…’. Io pure faccio esperienza della mobilità che caratterizza questo nostro tempo e vi assicuro che rispetto la vostra risposta, qualunque essa sia. 
Vi chiedo, però, ancora qualche istante di riflessione prima che rispondiate: per la nostra crescita umana e cristiana è indispensabile porsi in rapporto con chi ci sta vicino: è necessario, non possiamo farne a meno. Famiglia e lavoro, è vero, ci impongono ritmi che non lasciano respiro: ma possiamo dare retta sempre e solo alle cose ‘urgenti’ a scapito di quelle importanti? Darsi una pausa giova a ricaricarsi per vivere meglio l’ordinarietà. Fermarsi non sempre vuol dire perdere tempo e, anzi, può essere il modo migliore per recuperarlo. Chi sta bene spiritualmente opera e produce dieci volte meglio di chi si agita senza sosta logorato o spezzato ‘dentro’.
Resto in fiduciosa attesa della risposta a questa seconda lettera, vi assicuro che prego il Signore perché dia compimento a tutto quello che di buono portate in cuore e vi aiuti a rimuovere difficoltà e ostacoli.
Di cuore, tutti vi saluto e benedico nel nome del + Padre del + Figlio e dello + Spirito Santo.

+ Ignazio Vescovo

 

 

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